La Cattedrale di San Paolo

Sulla spianata dell’acropoli, sorge la Cattedrale di San Paolo di Alatri, oggi Concattedrale della diocesi di Anagni-Alatri. Le sue origini datano al 930, ma l’edificio venne rimaneggiato fra la metà del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. La costruzione si innalza sopra un podio e vi si accede per mezzo di un’ampia scalinata. Dietro la facciata c’è un grande vestibolo attraverso il quale si entra nella chiesa Barocca. Qui sono esposte opere d’arte di diversi secoli.

Il patrono di Alatri: SAN SISTO

L’arrivo ad Alatri delle Reliquie di S. Sisto I Papa e Martire Correva l’anno 1132, Rainolfo, conte di Alife, decise di inviare degli ambasciatori a Roma per ottenere dal Papa Anacleto II° le reliquie di qualche santo con lo scopo di liberare la propria città dalla pestilenza. Anacleto concesse l’urna delle reliquie di S. Sisto agli alifani che la caricarono sul dorso di una mula per far ritorno fiduciosi ad Alife. Giunti ad un trivio, probabilmente nei pressi di Fumone, la mula non volle più saperne di proseguire per Alife e si avviò per un sentiero che conduceva ad Alatri. Nessun tentativo riuscì a far cambiare strada alla mula che si fermò nei pressi della chiesa di S. Matteo, dove fu accolta dal Vescovo, dal clero e dal popolo alatrino. La mula proseguì il suo cammino dirigendosi senza esitazione verso l’acropoli e davanti alla cattedrale si inginocchiò aspettando che il Vescovo Crescenzio la liberasse dal suo prezioso carico.

Da quel momento Alatri fu liberata dal contagio e i cittadini fecero dono agli alifani di un dito del Santo. S.Sisto aveva scelto la sua dimora: era l’11 gennaio 1132. Le reliquie di S.Sisto sono conservate nella Concattedrale di S.Paolo entro un’urna di piombo antichissima, sul cui coperchio vi è incisa la scritta: “HIC RECONDITUM EST CORPUS XYSTI PP. PRIMI ET MARTIRIS” La ricorrenza della venuta del Santo si festeggia ad Alatri l’11 gennaio con una solenne funzione religiosa, mentre, il mercoledì dopo Pasqua, l’imponente statua è portata in processione per le strade della città. Il motivo del “doppio festeggiamento” è da ricercarsi in un avvenimento storico. Nell’anno 1186, Alatri è assediata dalle truppe di Arrigo VI°, figlio di Federico Barbarossa. Dopo nove giorni di resistenza i viveri e le forze cominciano a mancare e gli alatrini vanno a prostrarsi innanzi al loro Patrono San Sisto per invocare aiuto e protezione. Dopo fervide preghiere, si sentono animati da gran forza d’animo e riunite le forze, si scagliano come leoni contro il nemico, che si da a vergognosa fuga verso la vicina Guarcino, non resistendo all’attacco. Tutti attribuirono a San Sisto l’onore della vittoria, ed essendo il fatto accaduto nel mercoledì dopo la Santa Pasqua, decretarono che d’allora in poi quel giorno dovesse essere consacrato al loro Santo Protettore e ritenuto il più importante dell’anno. S.Sisto “gode” dunque di ben due feste, entrambe avvertite profondamente dal popolo alatrense. La statua del Santo è in legno ricoperto d’oro (la testa, il braccio e la palma sono di argento). Il suo peso è di circa 7 quintali ed essa è portata processionalmente in spalla per le vie della città da 20/25 incollatori appartenenti alla Confraternita. Una curiosità: ogni qualvolta avviene il cambio del Vescovo di Alatri, il suo primo ingresso nella città è a dorso di una mula bianca, in ricordo dell’episodio della venuta di S.Sisto. Le città di Alatri e Alife, inoltre, sono unite nella fede al Santo attraverso un gemellaggio.

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