Il nostro Carisma

 
Il messaggio di Madre Mectilde

La spiritualità metildiana risente della spiritualità del secolo XVII, è cristocentrica, è ispirata alla Regola di san Benedetto, è imbevuta di Sacra Scrittura, soprattutto di S. Paolo e, si muove sul binario della liturgia.

L’adorazione e la riparazione

La spiritualità di Madre Mectilde è eucaristico-riparatrice è incentrata in Gesù e precisamente in Gesù Eucaristia. Il vero Riparatore per Madre Mectilde è Gesù stesso, tanto che alla Suora riparatrice si richiede che faccia la S. Comunione, con la quale ella si unisce alla riparazione perfetta, che Nostro Signore Gesù Cristo offre ogni giorno al Padre celeste nel Sacrificio eucaristico, prolungata poi nella adorazione eucaristica. Sentiamo come la Madre esprime questo concetto: “Gesù è quell’Aquila divina e reale che si innalza fino al trono di Dio in virtù dell’unione ipostatica, contempla, adora e comprende le perfezioni divine racchiuse nell’essenza di Dio. E’ nel Santissimo Sacramento che, esercitando le sue misteriose funzioni, rende all’augusta Trinità una gloria e un omaggio infiniti: noi siamo dei piccoli uccelli, i quali non fanno che volteggiare sulla terra, senza riuscire a prendere il volo verso questa Maestà infinita e suprema, per contemplarne le grandezze. Dobbiamo introdurci sotto le ali di quest’Aquila eucaristica, per essere innalzate dal suo volo e dall’ardore delle sue opere fino all’unione divina e per ammirare ed adorare questo Sole dell’essenza di Dio, che non può essere capito, né fissamente guardato che da Se stesso. Quando siamo dinanzi a questa Maestà sacramentale, dobbiamo tenerci, come ho appena detto, sotto le ali di Gesù Cristo e fare ciò che Egli fa al cospetto del Padre per unione d’intenzione o per unione di conformità e di trasformazione o di deificazione, secondo lo stato e il grado di amore che ogni anima possiede… Bisogna che, dopo aver fatto la S. Comunione, Egli sia la nostra lingua per lodare, benedire, esaltare, adorare e ringraziare suo Padre ed Egli parimenti sia il nostro cuore per amarlo. Gesù opera tutto nell’anima che lo lascia agire. Il segreto è di rimanere in Lui, cercando di non uscirne”.

Il Battesimo

In virtù del Battesimo, perfezionato dalla Professione Religiosa, la monaca benedettina-metildiana partecipa al Sacerdozio di Cristo, cioè alla sua qualità di “Sacerdote e di Vittima” e con Gesù si offre durante la Celebrazione eucaristica, offerta resa attuale nella vita di preghiera e di sacrificio della quotidianità. Questa immolazione perpetua richiede due cose, dice la Madre Mectilde: ‘Il puro sguardo su Dio, come Gesù guarda sempre il Padre; e l’oblio di noi stesse mediante la santa trascuratezza di un’infinità di cose che ci fanno ripiegare su noi in diversi modi…”. Scrive ancora: “Le due azioni che Gesù compie nell’Ostia sono: lo sguardo attuale al Padre e la salvezza degli uomini; e questi sono i motivi della vocazione nel nostro Istituto: la gloria di Dio e lo zelo per la conversione dei peccatori, soprattutto dei profanatori di questo sacro Mistero”. Sì, perché le Benedettine del SS. mo Sacramento, pur essendo riparatrici di ogni peccato commesso contro il Signore, sono innanzitutto riparatrici di sacrilegi, empietà e mancanze di rispetto verso l’Eucaristia

La Regola di san Benedetto

Il carisma metildiano è innestato sulla S. Regola Benedettina, che permette alle monache di vivere lo stato di vittima in tutte le sue espressioni. La Madre così si esprime: “Se mi fosse permesso di descrivere nei particolari lo spirito e le disposizioni che deve avere una Benedettina, vedreste che, praticando fedelmente la S. Regola, ella sarebbe del tutto simile a un’ostia e entrerebbe in rapporti meravigliosi con Gesù nella SS. ma Eucaristia”. “Il rapporto e la connessione che esiste tra la Regola del grande Patriarca e l’Istituto dell’Adorazione perpetua, richiedeva che questa Santa Regola ne fosse la base e il fondamento; infatti quelle che appartengono all’Istituto devono condurre una vita austera, penitente e molto separata dal mondo, per essere vere vittime e degne riparatrici, e questa Santa Regola contiene tutto ciò in modo eminente…”.

Il niente della creatura, l’umiltà, l’obbedienza

Altro elemento fondamentale della spiritualità metildiana è il niente della creatura. Facciamo parlare ancora la Madre Mectilde: “Che cos’è un’anima morta o annientata? E’ un’anima (che vive come se fosse) senza desideri, senza attaccamenti, senza scelte, senza preferenze, senza volere, senza passioni. In questo stato di annientamento essa è divenuta pura capacità di Dio. Essa è rivestita di Gesù Cristo, è ricolma di Lui. E’ Gesù che l’anima, è Gesù che agisce in lei, che pensa per lei, che fa voti per lei. Il grande Apostolo lo sapeva per esperienza quando diceva: ‘Non son più io che vivo, ma Cristo vive in me’ ” In pratica l’annientamento è frutto della virtù dell’obbedienza, che nella S. Regola benedettina è spinta fino all’impossibile, contando sulla fiducia nell’intervento divino e sulla carità (Regola di S. Benedetto cap. 68°). E’ conseguenza di quell’abbandono perfetto al Beneplacito Divino, che caratterizza l’anima desiderosa di piacere solo a Dio e che è via di perfezione, perché “quando l’anima si affida totalmente a Lui, abbandonando se stessa, ella diventa dimora dove Gesù si stabilisce, vive e regna: ecco la perfezione!”. Inoltre come figlia di S. Benedetto è vivo nella Madre Mectilde il culto del silenzio e dell’umiltà, cosciente che non si può costruire l’edificio spirituale in un’anima senza queste due virtù. Essendo le sue figlie adoratrici della Divina Eucaristia, che è Sacramento di unità e di carità, la Madre Mectilde richiede loro una carità perfetta, sul modello di Gesù che ha dato tutto Se stesso per la salvezza degli uomini. “Amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi”, ha detto Gesù ai suoi discepoli nel Cenacolo. Le figlie del Santissimo Sacramento sono chiamate a questo amore perfetto, fondato sul distacco da ogni realtà e sull’oblio di sé. Inoltre Ella vede la riparazione come un servizio di carità da rendere ai peccatori.

La devozione a Maria

Altro aspetto della spiritualità metildiana è il suo amore alla Madonna che elegge come unica Abbadessa del suo Istituto. Questa pratica in uso fin dal Medioevo negli Ordini religiosi risente della spiritualità delle “Annunciate”, Ordine fondato dalla Beata Jeanne de Valois, doveMadre Mectilde ha emesso la Professione prima di entrare tra le Benedettine. Ripeteva spesso alle sue figlie: “Gettatevi a corpo perduto nelle braccia della Vergine Santa”. Le sue ultime parole prima di morire sono state: “Adoro e mi sottometto”. Le due espressioni suddette rivelano non solo la sua fede personale. Imitare Maria, per vivere della sua fede, per accogliere Gesù, per adorarlo in noi e nei suoi misteri, contemplare le sue sofferenze e rifugiarsi nelle sue piaghe, vivere la sua Passione e conformarsi in tutto alla Volontà divina, al suo Beneplacito, per piacere a Dio.

 

 

Briciole di spiritualità

1.  La spiritualità di Madre Mectilde è basata sul carisma dell'adorazione perpetua innestato nell'antica tradizione benedettina.

2.  La vita di una benedettina figlia del SS. Sacramento si fa dono e servizio servendo il Maestro che si è fatto povero, casto e obbediente.

3. Le comunità delle Benedettine dell'Adorazione Perpetua esistono nella Chiesa come segno di un amore incondizionato al Signore, siamo come delle radici nella Chiesa, la nostra preghiera silenziosa e nascosta agl'occhi del mondo costituisce l'energia vitale nella Chiesa.

4.  La nostra vita è scandita dal suono della campana, quale voce del Signore che ci chiama alla preghiera, al lavoro e alle osservanze comunitarie.
Dio è al di sopra di tutto,Lui è il padrone del nostro tempo.

5.  L’adorazione viene fatta in spirito di riparazione, noi monache cerchiamo di essere un mezzo di riconciliazione tra il Cielo e la Terra.

6.  La riparazione è riconciliarsi e riconciliare il mondo con le sue creature a Dio.

7.  Per riparare bisogna vivere alla presenza del Signore, e farsi portavoce delle preghiere, delle necessità, dei bisogni del mondo e della Chiesa.

8. Tutto così diventa preghiera, diventa riparazione se fatto con spirito di Amore, il lavoro, la preghiera, la vita con le sorelle e l'adorazione.

9. L'adorazione notturna, specifica del carisma mectildiano, è un momento prezioso di intimità con il Signore.

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